Che cosa lega lo sfruttamento di uno dei più promettenti bacini petroliferi del Sud America al dibattito sul futuro dell’informazione e dei suoi strumenti? A sorpresa, una risposta arriva dall’Ecuador, dove il presidente Rafael Correa ha annunciato di voler promuovere un referendum per rendere fuorilegge i giornali su carta stampata.Annuncio ufficiale o provocazione? Per chiarire la questione serve un piccolo passo indietro. Almeno a giovedì scorso, quando Correa ha dato il via libera allo sfruttamento di un enorme giacimento petrolifero di un’area del Parco Yasuni, straordinaria oasi di biodiversità nella Foresta Amazzonica. “Con profonda tristezza ma con il pieno senso di responsabilità nei confronti del Paese ho dovuto prendere una delle più difficili decisioni del mio governo”, aveva ammesso. Il suo piano iniziale, proposto all’Onu nel 2007, prevedeva la promessa di non sfruttamento delle riserve petrolifere del parco in cambio di un risarcimento internazionale da 3,6 miliardi di euro 12 anni. Un piano fallito però, visto che il Paese era riuscito ad incamerare soltanto poco più di 100 milioni di euro.Da qui, il cambio di rotta. E dal cambio di rotta, alle polemiche. Perché la decisione di Correa è divenuta presto bersaglio di critiche di avversari politici, associazioni ambientaliste. E giornali. E proprio la massiccia campagna mediatica di una parte della stampa non è andata giù al presidente sudamericano che lunedì ha risposto, un po’ per provocazione un po’ sul serio, per le rime. “Visto che alcuni quotidiani (mercantilistas il termine utilizzato ndr) sembrano essere diventati i principali difensori dell’ ambiente allora se si farà un referendum proporremo soltanto giornali online, così risparmieremo carta e eviteremo un taglio indiscriminato di alberi”, ha scritto Correa su Twitter.