Chi distrugge la cultura reggina?


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A Settembre l’incendio alla Chiesa di rito greco-ortodosso a Reggio. Oggi il Museo dello Strumento Musicale bruciato. Centinaia di strumenti, simbolo dell’identità musicale reggina, calabrese ed italiana. Libri e spartiti antichi… tutto in fumo. Tragedie come queste sono purtroppo diffuse nella storia umana. Pensiamo solo ad eventi eclatanti quali la distruzione della Biblioteca di Alessandria (immane raccolta di millenni di scibile umano dell’area Mediterranea ed oltre) o il saccheggio della città di Bagdad (durante il quale – secondo le descrizioni poetiche – il fiume Tigri divenne nero dell’inchiostro dei libri distrutti). Reggio è già stata distrutta 7 volte dai terremoti. Saccheggiata e bruciata nell’Antichità e nel Medioevo. Ricaduta nell’annichilimento perpetrato dopo la conquista sabauda. Denigrata dal governo italiano dopo i Monti. Abbandonata da chi l’ha governata e dai propri stessi abitanti. Quello che oggi ci è rimasto non è un millesimo di ciò che abbiamo avuto in 3500 anni. Teatri, scuole, accademie, biblioteche e copisterie. Manifatture della seta e degli agrumi, la zecca, la stamperia, il porto e le strade lastricate. Luoghi di culto greco, egizio, bizantino, riformisti, romano e sunnita. Tutto ció ha reso Reggio una città cosmopolita e luogo di cultura e di scambi e commerci internazionali per millenni. A prescindere dal fatto che non fosse mai stata una città di grandi dimensioni, Reggio manteneva la propria dignitá di città al centro del Mediterraneo. Oggi abbiamo poco, dovremmo curare quel che è rimasto. Non posso non sentire un vuoto ogni qual volta viene distrutto un luogo di cultura reggino, sentendolo vicino nel tempo e nello spazio. Chi potrebbe essere così demente (non lo intendo qui nel significato dell’handicap, ovviamente) da voler distruggere la Cultura ?Dai miei viaggi e dalle mie amicizie nei vari continenti so bene che lo ‘schifo’ è presente ovunque .(anche nei paesi ove sia impensabile) Sono il primo a propugnare la positività. E’ inutile lamentarsi dell’assenza delle infrastrutture perché in Calabria ne abbiamo tante, forse anche troppe, paragonate con altre regioni dalle simili caratteristiche oro-geografiche. Ritengo peró che ognuno debba fare attenzione allo ‘schifo’ proprio. Sapere che questo sia diffuso a livello mondiale non è certo una scusante per dimenticarse. La consapevolezza deve anzi spingerci al miglioramento della societá.”Non si esclude il dolo” dicono coloro che dovrebbero investigare, facendo intendere che il dolo sia solo una delle due ipotesi. Forse a Reggio si crede che un edificio, nottetempo disabitato, soffrendo di autocombustione, divampi nelle fiamme da solo. Non nel merito di chi possano essere i responsabili. Sia riguardo la Chiesa che il Museo.

 

Alessandro Gioffrè d’Ambra

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