Gennaro Savio – A Casamicciola Terme è a dir poco incontenibile la rabbia popolare per il vergognoso e vertiginoso aumento della Tares che da un lato sta mettendo in ginocchio e ulteriormente impoverendo le famiglie casamicciolesi e le piccole aziende mentre, dall’altro, sta garantendo un cospicuo risparmio alle grosse strutture ricettive commerciali. Dopo i primi due presidi tenuti sotto il Municipio e il grande corteo di protesta popolare della settimana scorsa conclusosi con un incontro tra una delegazione di manifestanti guidata da Domenico Savio e il Commissario Gamerra e in attesa dell’organizzazione di nuove iniziative di lotta, i rappresentanti del Comitato No Tares in queste ora hanno presentato un “Atto stragiudiziale di diffida e messa mora” rivolto al Commissario Prefettizio Gamerra, al Segretario Comunale, al Responsabile Affari Generali e al Responsabile dell’Unità di Progetto Entrate Tributarie del Comune di Casamicciola Terme. L’importante atto è stato inviato contestualmente anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti. In attesa di ritornare in piazza nei prossimi giorni, i responsabili del Comitato “No Tares” hanno dunque alzato il tiro contro il vergognoso provvedimento che favorisce i ricchi e penalizza le fasce economicamente più deboli della cittadina termale.Un provvedimento scaturito dall’approvazione della delibera commissariale numero 23, delibera che da settimane i cittadini chiedono che venga revocata in autotutela e che si provveda, al tempo stesso, al ricalcolo della Tares utilizzando i parametri del 2012. A protocollare l’Atto stragiudiziale a nome dei casamicciolesi è stata la giornalista Ida Trofa. Intanto sul fronte della mobilitazione di piazza, il Comitato “No Tares” è impegnato nell’organizzazione di nuove iniziative di protesta popolare. Questa volta sarà difficile far rassegnare i cittadini a dover sottostare ad aumenti vertiginosi ed insostenibili che stanno mettendo economicamente in ginocchio i loro nuclei familiari. In un periodo di profonda crisi economica come quello che stiamo attraversando, la gente non è più disposta a farsi mettere ingiustamente le mani in tasca.