Gennaro Savio – Sembra una situazione inverosimile quella che persiste da ormai quasi otto anni in via Michele Mazzella a Ischia, a pochi passi dal centro storico del Comune capoluogo dell’isola Verde dove, dal lontano aprile del 2006, alcune famiglie sfollate a seguito della tragedia di Monte Vezzi vivono accampate in dei container sistemati in spazi strettissimi. Si tratta di “scatoloni” metallici in cui, soprattutto per anziani e bambini, la vita è infernale.
Ebbene, in uno dei container le infiltrazioni d’acqua oltre ad aver sventrato parte dei pannelli del soffitto, hanno praticamente messo fuori uso parte dell’impianto elettrico rendendolo pericoloso per gli occupanti che ancora una volta si rivolgono alle istituzioni affinchè possano vivere in siurezza. Dicevamo che sono già quasi otto anni che le Istituzioni del nostro Paese continuano a non trovare una dignitosa soluzione abitativa a queste famiglie nonostante i progetti sbandierati ai quattro venti in modo particolare nel corso delle campagne elettorali. E pensare che si tratta di pochissimi nuclei familiari che nel 2006 sono rimasti senza casa ma, nonostante questo, sino a questo momento il problema non è stato risolto dalle Istituzioni competenti: che vergogna! E la cosa ancora più vergognosa è che periodicamente gli occupanti dei container sono costretti ad invocare pubblicamente aiuto perché agli “scatoloni metallici” che li ospitano non viene effettuata neppure la manutenzione ordinaria: assurdo! Ma non è tutto. Infatti già a pochi mesi di distanza dal tragico evento in cui persero la vita Luigi Buono e le sue tre figlie, lo Stato attraverso le sue Istituzioni competenti – Governo, Regione e Commissario per l’emergenza idrogeologica in Campania – previde l’impegno di una somma pari a ventiquattro milioni e ottocentomila euro che doveva servire a mettere in sicurezza l’intera area di Monte Vezzi e a costruire gli alloggi per gli sfollati e di cui al Comune di Ischia, come dicevamo prima, sono stati anche redatti gli appositi progetti. Da allora, però, quella previsione di spesa è rimasta solo sulla carta e l’intera somma non è mai stata stanziata. Risultato? Al momento non solo non sono stati realizzati gli alloggi per gli sfollati e non è stata messa in sicurezza la zona interessata dall’evento franoso, ma a tutt’oggi e dopo otto lunghi anni non si è provveduto neppure ad asfaltare via Arenella, la strada che fu attraversata da fango e detriti, e a sostituire i pali della pubblica illuminazione semi abbattuti dalla lava d’acqua: che vergogna!!! E’ davvero da irresponsabili consentire che via Arenella rappresenti una strada-gruviera visto e considerato che è quotidianamente attraversata da mezzi pesanti e ingombranti come quelli di Ischia Ambiente. La vergogna politica e sociale della mancata messa in sicurezza di quest’area, ricade tutta sulla classe politica isolana che bazzica nei palazzi che contano a tutti i livelli istituzionali e che negli anni si è dimostrata totalmente incapace di pretendere lo stanziamento dei fondi necessari e l’avvio dei lavori. Eppure il Sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino, oltre ad essere Consigliere provinciale, è un esponente nazionale di spicco del Partito Democratico mentre il suo alleato di potere Domenico De Siano, oltre ad essere stato a lungo Consigliere regionale, oggi è Senatore della Repubblica e Coordinatore regionale di Forza Italia. Dirigenti politici i quali, nonostante siano esponenti di primo piano dei loro partiti, non sono stati capaci, politicamente e amministrativamente, di incidere minimamente nelle scelte strategiche che avrebbero dovuto restituire sicurezza a Monte Vezzi e dignità di vita agli sfollati: assurdo! Gli occupanti dei container e gli ischitani in generale sono vittime della politica, a tutti i livelli istituzionali, antidemocratica e antipopolare dei partiti di centro, centrodestra e centrosinistra che a Ischia è ben rappresentata proprio dal due De Siano-Ferrandino. Una politica che rende la nostra vita infernale e che purtroppo è alimentata dal popolo che nella sua stragrande maggioranza continua a votare per i propri carnefici sociali. Se vogliamo vivere finalmente in un paese degno di poter essere definito civile e vederci riconosciuti i nostri diritti più elementari, e allora bisogna togliere il consenso elettorale a questi signori. Diversamente, ai voglia di imprecare, di lagnarsi e denunciare, la nostra condizione sociale sarà destinata a peggiorare e non certo a migliorare. Intanto la messa in sicurezza di Monte Vezzi non può continuare ad essere procrastinata nel tempo così come i cittadini che vivono in container obsoleti e pericolosi, non possono continuare a risiedere in un ambiente al limite della decenza umana.