Ridiamo il porto di Forio ai cittadini


Domenico Savio incatenato al Municipio e Gennaro Savio al microfono

Domenico Savio – L’inquietante episodio dell’affondamento dei due natanti e il danneggiamento di altri dimostra che anche la delinquenza organizzata ha messo le mani sul porto. Intollerabili sono le responsabilità politiche ed elettorali delle amministrazioni comunali che hanno regalato il porto all’affarismo privato. Il porto deve essere coraggiosamente sottratto dalle grinfie dei privati e consegnato alla classe lavoratrice foriana per il lavoro e lo sviluppo sociale del paese. Sulla questione porto e sulle sue prospettive chiediamo ancora una volta la convocazione urgente del Consiglio comunale. Per chi non lo sapesse o volesse volutamente e interessatamente ignorarlo cominciamo col dire che il porto è di proprietà collettiva, appartiene al popolo di Forio, che per realizzarlo ha speso, attraverso le tasse pagate nel tempo, circa 25 miliardi delle vecchie lire e nessun privato ha il diritto di arricchirsi coi soldi altrui. Se sino ad oggi ciò è avvenuto è per la vergognosa complicità e connivenza politica ed elettorale delle varie amministrazioni comunali di centrodestra, centro e centrosinistra e dei partiti borghesi e capitalistici che le hanno elette e sostenute, come partito della democrazia cristiana, partito socialista, partito democratico, forza Italia e tutti quei gruppi consiliari opportunisti e clientelari che tali amministrazioni hanno sostenuto e rappresentato. Si tratta di una vergogna politica e amministrativa intollerabile, che disonora il popolo di Forio privandolo dei benefici economici di cui ha diritto per le tasse pagate e i conseguenti sacrifici effettuati. Una vergogna senza fine se constatiamo che oggi i Foriani che posseggono una piccola barca ed hanno il sano hobby di andare a pescare qualche pesce per poter ormeggiare nel porto devono pagare centinaia di euro all’anno al gestore pubblico-privato dando a quest’ultimo la possibilità di arricchirsi coi soldi investiti dai Foriani. Possiamo dire Foriani “cornuti e mazziati”, come recita un antico detto popolare, nel senso che essi prima hanno dovuto fare sacrifici per costruire il porto, poi devono pagare per tenervi la propria barchetta, attualmente devono sostenere le spese per garantire e puntualmente il pagamento del canone della concessione alla regione Campania – perché il Comune riceve dalla “Marina del Raggio Verde” il canone annuo di appena euro 100.000, che non basta a pagare quello regionale, mentre sino a circa 20 giorni fa la società di tale canone 2013 aveva versato al Comune solo un acconto! – e successivamente, quasi certamente, saranno chiamato a pagare i debiti o il fallimento della “Marina del Raggio Verde”, partecipata dal Comune col 51% del capitale sociale e dal privato col 49%, detenuto dalla società “Marina di Forio s.r.l.”. La società “Marina del Raggio Verde”, i cui due componenti del consiglio di amministrazione in carica in rappresentanza del Comune sono di nomina politica e partitica da parte dell’amministrazione comunale, nel senso che non sono stati incaricati con nessuna forma di selezione o concorso pubblico, nel 2011 ha avuto un attivo di bilancio di euro 6.737 e nel 2012 una perdita di euro 110.000. Il bilancio del 2013 non si conosce ancora, forse se ne parlerà a fine anno, come è avvenuto per quello del 2012. Nel 2012 sono stati impiegati 18 lavoratori e nel 2013 appena 12! Purtroppo – dopo il fallimento della Pegaso spa e della Torre saracena spa, gestite col vergognoso sistema clientelare ed elettoralistico da parte delle amministrazioni comunali del tempo e dai partiti che le sostenevano, società che hanno mal gestito il servizio di nettezza urbana, che costerà ancora al Comune, e, dunque, al popolo di Forio, al momento un numero imprecisato, ma impressionante, di milioni di euro – quest’altra probabile tragedia economica della “Marina del Raggio Verde” per il Comune è la conseguenza diretta dei comportamenti politici ed elettorali della maggioranza del popolo di Forio, che col voto mal dato ha eletto a governare il paese personaggi, laureati e non, che hanno condotto Forio nelle attuali condizioni debitorie e di arretratezza sociale. Intanto noi chiediamo che l’amministrazione Del Deo investa subito la magistratura penale e contabile del tracollo economico delle suddette due società e si costituisca parte civile nei confronti dei componenti dei vari consigli di amministrazione che si sono succeduti nel tempo rivendicando i danni arrecati alle casse comunali. Sfiduci pure i due componenti rappresentanti del Comune nel consiglio di amministrazione della società “Marina del Raggio Verde” e sostituisca detto consiglio con un amministratore unico, da individuare attraverso una selezione o concorso pubblici. Ultima ciliegina sulla torta del malgoverno comunale è stata, in data 31 maggio 2013, protocollo comunale n.19352, la richiesta dell’amministratore delegato della “Marina di Forio Srl” alla “Marina del Raggio Verde” e al Comune di Forio del riconoscimento e della corresponsione della somma di euro 2.056.619,00 per danni derivanti da carenze autorizzative e da altro da parte sia del Comune e della stessa “Marina del Raggio Verde”, mentre l’amministrazione comunale anziché impugnare tale pretesa continua a chiedere dettagli sulla richiesta. Allo stato attuale da un lato il malgoverno nazionale ha legiferato che i Comuni al disotto dei 30.000 abitanti non possono più costituire società pubbliche per la gestione in proprio dei servizi e delle attività comunali e che le quote di partecipazione in società, come quelle nella società “Marina del Raggio Verde”, devono essere messe sul mercato mediante gara ad evidenza pubblica mentre dall’altro sentiamo parlare di gara europea per la gestione sempre privata del porto. Noi preannunciamo una dura battaglia politica contro qualsiasi eventuale disegno di stravolgimento della costa foriana che va dall’Albergo Nettuno alla spiaggia della Chiaia, così come in passato nell’ambito della gestione del porto sono comparsi progetti del genere per giganteschi affari privati a danno del nostro patrimonio costiero e ambientale. Il porto, unico bene collettivo da cui possiamo trarre benefici per il miglioramento delle condizioni di vita del nostro popolo e nell’ambito della legislazione borghese e capitalistica vigente, deve essere affidato alla gestione dei Foriani, attraverso la formazione di una società cooperativa formata da operai ormeggiatori, idraulici, muratori, falegnami, elettricisti e manovali, impiegati, tecnici e quant’altri vogliono partecipare a questa impresa collettiva per garantire occupazione alla classe lavoratrice foriana del braccio e dell’intelletto e per contribuire allo sviluppo economico e sociale della nostra Forio. Basta fare arricchire imprenditori della terraferma con le nostre risorse naturali. L’amministrazione comunale deve politicamente favorire questa soluzione e il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista si batterà con ogni energia possibile, in Consiglio comunale e nel paese, affinché ciò avvenga. Lo dobbiamo principalmente ai giovani disoccupati di oggi e alle future generazioni di Foriani.Intanto, sulle questioni del porto e sulle soluzioni da adottare chiediamo nuovamente la convocazione urgente del Consiglio comunale, che, tra l’altro, non viene convocato dal lontano 28 novembre 2013, nonostante i tantissimi, importanti problemi sociali da discutere e deliberare, come la Ego Eco, il piano urbanistico comunale, il bilancio di previsione 2014, La Colombaia, il funzionamento di taluni uffici comunali, la Caremar, i lavori al molo borbonico per i pescatori, la pompa dei carburanti nel porto, la costituzione dei consigli di Quartiere, lo sfruttamento delle risorse geotermiche, eccetera. La mancata convocazione del Consiglio comunale è un’offesa alla democrazia e al buon governo del paese.

 

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