![amiche-festa-donna1](http://i2.wp.com/www.ultimoraonline.it/wp-content/uploads/2014/03/amiche-festa-donna1.jpg?fit=600%2C309)
Sara Mattera – Domani è l’8 marzo, festa delle donne. Serate a prezzi scontati ed eventi di varia natura per permettere alle donne di festeggiare quella che è la loro festività da quasi,ormai, un secolo . La genesi della Festa della Donna è ormai risaputa. Tutto ebbe inizio negli Stati Uniti il 28 febbraio 1909, quando il partito socialista americano, organizzò una grande manifestazione per rivendicare il diritto al voto delle donne. Nel 1911 poi la goccia che fece traboccare il vaso: in una fabbrica di New york scoppiò un incendio dove persero la vita molte operaie. Questo incentivò ancora di più la diffusione dei movimenti femministi che lottavano già da diversi anni per la parità tra i sessi. Ufficialmente ,però, la festa della donna , datata otto marzo, venne istituita nel 1917 quando a San Pietroburgo alcune donne scesero in piazza per chiedere la cessazione della guerra. Questa data, a Mosca, successivamente venne riconosciuta come la giornata internazionale delle operaie.Di lì agli anni a venire, molti altri paesi seguirono l’esempio russo e americano , facendo così diventare la festa della donna un evento internazionale.L’otto marzo è stato quindi istituito per celebrare la rivendicazione delle donne,specialmente quelle lavoratrici, sui diritti politici, sociali ed economici. Se,però, le suffragette e le femministe del novecento potessero vedere dove sono andati a finire i loro sforzi ,probabilmente rimarrebbero un po’ deluse. Oggi infatti non si fa altro che parlare dell’emancipazione della donna,ma, dopo un secolo di lotte, il suo ruolo nella società può dirsi veramente cambiato? La donna può considerarsi davvero emancipata? Da una parte i dati parlano chiaro. Solo nell’ultimo decennio il numero delle donne al potere è aumentato, come è raddoppiato anche il numero delle donne che hanno raggiunto una certa indipendenza economica e sociale. Tuttavia, è anche vero che, nonostante i passi da giganti fatti fino ad ora, c’è ancora,forse nel profondo della società, un’ idea, alquanto distorta sull’essere donna .Dovunque, per televisione,sui giornali,nelle pubblicità,regna l’immagine della donna, diavolo tentatrice, che con ambiti succinti usa il proprio corpo per piacere e farsi apprezzare e non solo: ci sono ancora molte altre donne che usano il proprio corpo per guadagnare una certa posizione nell’ambito della società. Da una parte, quindi,qualcosa è cambiato in positivo, ma dall’altra anche in negativo. Se un secolo fa le donne andavano a lavorare con la gonna, o indossavano bichini per far valere i propri diritti e protestare contro la società maschilista,oggi invece indossano abiti succinti , non per protesta e per una certa libertà ottenuta, ma per la probabile convinzione che per farsi piacere e avere una certa notorietà debbano mostrare il proprio corpo. Si parla tanto di parità tra i sessi, ma si vedono mai in giro immagini pubblicitarie con uomini mezzi nudi? Si vedono forse dei “valletti”nei programmi televisivi? Certo, per un periodo Striscia la notizia ha cercato di rompere le consuetudini scegliendo dei Velini al posto delle tradizionali veline, ma l’iniziativa è durata ben poco.Nonostante si cerchi di nasconderlo, c’è ancora nella società l’idea della donna vista come oggetto. E mentre da una parte c’è il boom di donnine in abiti succinti che sembrano avere poco cervello e sembrano dare molta importanza all’immagine, dall’altra ci sono anche donne che raggiungono posizioni sociali e lavorative molto alte, ma che, alcune volte, per essere stimate a pieno, sembrano dover , per forza di cose, allontanare qualsiasi desiderio di crearsi una famiglia e avere dei figli. Le donne si sono emancipate rispetto al secolo scorso, ma questa emancipazione le ha portate o a far troppo mostra di se stesse o ad emulare il ruolo maschile fino alle estreme conseguenze. Colpa della società,colpa di un ideologia ancora maschilista da cui il mondo è pervaso,ma colpa forse anche delle stesse donne che ormai accettano con una certa non chalance la situazione,come se tutto ciò fosse normale.A nulla quindi serve festeggiare l’otto marzo che, ormai si è trasformato in un momento commerciale e senza valore ,se le donne per prime incentivano determinate idee errate e non capiscono che,prima di essere femmine o lavoratrici sono soprattutto Donne con la d maiuscola,e in quanto tali dotate non solo di corpo ma anche di cervello.