L’isola senza mare


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Non me ne voglia l’amico Salvatore. Questa non potevo farne a meno di condividerla e pubblicarla. Rispecchia in pieno gli isolani e il rapporto con la loro isola. “Vivere su un’isola vuol dire contare i passi. Gli abitanti si guardano le punte dei piedi, quando camminano. Piegano la testa sul petto, la nuca indifesa al cielo. Si arrestano sul ciglio, e solo i più temerari allungano l’occhio sui riverberi azzurri in fondo al burrone.Al viaggiatore che sbarca, essi mostrano la schiena, ed egli al principio si sgomenta giudicandoli screanzati. Gli bastano pochi giorni per capire che gli isolani voltano le spalle al mare. A loro interessa la terra. Il mare è infinito, la terra finisce. Chini sulla superficie che calpestano, essi misurano tutto ciò che è asciutto stendendo il palmo della mano. Tendono fili. Segnano confini. Costruiscono parracine. Dividono e suddividono l’isola, senza fermarsi mai. Ogni tanto rifanno i calcoli, e litigano.Il mare è un altro cielo, da cui difendersi quando piove, da cui ripararsi quando c’è il sole. Le barche che lo solcano sono aquiloni, legati alla corda perché non si perdano nell’immenso. Il viaggiatore che giunge a Ischia, è caduto dal cielo.”

da Le isole invisibili

dal blog di Salvatore Ronga

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