E’ passata. Il peggio è alle spalle. Mia figlia anche se con una gamba rotta, sta bene. Stiamo tutti bene. Nella vita non puoi mai sapere cosa ti accadrà. A distanza di una settimana, passata tra Ospedale, farmacie e medici, il ricordo è ancora presente. La notte non si dorme come si dovrebbe. Tutto sommato siamo vivi ed è quello che conta. Ho avuto molta solidarietà, amici che mi hanno chiamato altri messaggiato. Qualcuno però, ha creduto bene di prendersi gioco di me e su facebook dopo il suo post si è scatenato “l’inferno”. A te, amico mio, posso solo risponderti con una parabola di Gesù: “non ti curar di loro ma guarda e passa.” A buon intenditore, poche parole. Ritornando a quel venerdì sera, vorrei condividere con voi il racconto di mia figlia Giorgia, che tra cavalloni, acqua e paura ha raccontato di aver visto il nonno (mio padre) che gli dava la mano e la tirava da sotto la macchina. Un episodio sovranatturale che ha lasciato molti a bocca aperta, ma non me. Mio padre era li quella sera a vegliare sulle nostre vite. Ringrazio l’equipe medica del reparto di chirurgia dell’Ospedale Rizzoli, il primario d’ortopedia Dario Sorbo e gli ortopedici, dott. Caputo, dott. Maio e dott. De Rosa. L’ Ospedale funzione, molto bene, teniamocelo stretto. Mi scuso con i lettori se in questi giorni il blog è stato fermo, purtroppo sono l’unico ad aggiornarlo e sinceramente non ero in grado di farlo. Ora si torna a vivere il quotidiano. Grazie a chi dall’alto è intervenuto con la sua mano. Grazie alle maestre di mia figlia Curci e Califano che ogni giorno si aggiornano sulle condizioni di salute di Giorgia. Grazie ai parenti. A chi, da lontano, ha sofferto indirettamente con me. Domani è un altro giorno!
M.d’A.