Il valore della famiglia…Bravo Antonio


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Antonio Mattera, mio compagno di scuola. Umile, persona per bene, un genio a scuola. Meritava di più. Oggi lavora e porta avanti la sua famiglia. La crisi c’è e colpisce le classi sociali più deboli, ma quando c’è da aiutare il proprio padre Antonio non si tira indietro. Soprattutto la famiglia che accoglie suocero e nonno per aiutarlo a stare meglio. Come un miracolo la guarigione avviene e Vittorio sta meglio. Ecco il post di Antonio Mattera su facebook:“Per cause contingenti da 4 mesi mio padre alloggia da noi. Ho portato, all’epoca, a casa mia una persona colpita da demenza senile, incontinente, con problemi motori, piaghe da decubito sul di dietro e ai piedi, tremore diffuso e crisi di violenza. Era impossibilitato a masticare e deglutire normalmente, il cui unico sostentamento erano gli omogeneizzati ali quali era stato forzatamente abituato.Bisognava imboccarlo, a volte! Per dargli le medicine bisognava occultarle nel cibo. Bisognava accompagnarlo per paura che sbandasse e cadesse. Tutto questo era accaduto perchè, oltre alla normale malattia, “disturbava” il normale andamento di una casa,quella precedentemente che lo ospitava,dove le pulizie la facevano da padrone ! Oggi, dopo 4 mesi, e grazie all’aiuto di mia moglie e dei miei figli, che hanno accettato per il mio bene tutti i sacrifici ai quali siamo andati incontro,sostenendolo con il loro amore disinteressato, mio padre cammina da solo, si alza da solo dal letto e al buio supera ostacoli senza cadere. Ha i problemi di incontinenza ma per la maggior parte mostra segni di stimolo che ci permottono di accompagnarlo in bagno.A volte dimentica e fa dove si trova, ma capita raramente e lo accettiamo, perchè sappiamo che non è piu lui, in quei momenti. Mangia tutto quello che mangiamo noi, da solo, senza aiuto e assume le medicine normalmente. Guarda la tv e commenta; risponde, a volte svagatamente e non in connessione, ma non è piu catatonico come prima.Le piaghe sono guarite e si muove senza alcuna difficoltà. Le crisi di violenza, con una cura adeguata,sono quasi scomparse del tutto. Fà una vita quasi normale, rispetto alla malattia che oramai ha in sè e che continuerà, inesorabile, ad avanzare.Sappiamo a cosa andiamo incontro, e che forse rimpiangeremo “questi” momenti, ma è un avventura che abbiamo deciso di vivere, vada come vada! Eppure ora sento dire da qualcuno che mio padre, anche a costo di tornare alla situazione precedente, deve avere il “diritto di morire nel suo letto”. Mi chiedo e chiedo ai soloni che continuano ad affliggermi con questa tesi: dato per scontato che vi premura tanto la dipartita di mio padre,almeno le condizioni in cui avverrebbe, c’è qualcuno che si sia chiesto, allora od oggi, se mio padre abbia anche un “diritto a vivere”, sempre, comunque e ovunque esso sia possibile?”

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