Giulia Colomba Sannia – Ha il passo elastico, l’andatura elegante, lo sguardo puntato all’orizzonte, come un guerriero di altri tempi. Percorre lungo la battigia la curvatura dei Maronti in tutta la sua lunghezza, ogni giorno d’estate, avanti e indietro, senza mostrare mai segni di cedimento o di stanchezza, nemmeno quando il sole infuocato e il caldo torrido stremano i bagnanti. Nessuno conosce il suo nome, ma tutti i frequentatori dei Maronti, specialmente i bambini, lo conoscono bene: lui vende le graffen.Il braccio sinistro piegato ad angolo, con la mano appoggiata sulla schiena, crea il supporto per reggere il vassoio delle graffen, il braccio destro, libero, appena appena lo sfiora o accompagna il movimento delle gambe. “Graffen” annuncia baldanzoso, con cadenzata regolarità. Ma non si guarda in giro, non invita all’acquisto come tutti gli altri venditori che affollano la spiaggia, non si sofferma mai ad offrire il tepore profumato del suo prodotto. C’è un distacco superbo e disincantato nella sua operazione commerciale. Soltanto quando lo si chiama, si scuote all’improvviso dalla sua solitudine altera e si dirige con professionalità di venditore accanto al bambino o all’adulto, ugualmente irretiti dal profumo di zucchero e di fragrante frittura, rassicurati dal rituale ripetitivo della graffe consumata sotto il sole afoso.Per dare la graffe finalmente si ferma, ma non resta in piedi: poggia un solo ginocchio a terra e, con la gestualità solenne di un cavaliere medioevale, abbassa il vassoio delle graffen e offre in bustina il suo prodotto, quasi fosse un omaggio, un dono prezioso, un atto di deferenza. Pagarlo sembra offensivo, superfluo e lascia un poco stupiti. Ma lui riprende subito il suo cammino, noncurante degli sguardi, indifferente al caldo, al vocio, al mondo. Alla tarda mattinata o al pomeriggio scompare misteriosamente, così come era venuto, senza che mai qualcuno riesca a vederlo percorrere le scalette di accesso alla spiaggia. Resta un miraggio che si ripeterà ogni giorno, raggrumato in un grido, graffen, in una scia di profumo che arriverà puntuale a tentare l’ignaro bagnante.”