Con quei baffetti da sparviero è arrivato dove per altri rimane solo un sogno. Se vali veramente la vita ti ripaga. E’ quello che accaduto a Piero Minicucci, figlio di generazioni di pasticceri ischitani. È andato controtendenza. Chef e non pasticciere. E che chef. Cucina per i più ricchi del mondo solcando le onde degli oceani. A Ischia ha rimasto la moglie portoghese e i due figli. Ecco l’articolo che gli ha dedicato La Stampa.it. Grande Piero.
CHIARA BERIA DI ARGENTINE _ «U babà deve cantare!», ammonisce Piero Minicucci spiegando pazientemente dosi e segreti per ottenere il sublime dolce a nordiche cittadine in libera uscita da mortificanti diete. Sfogliatelle, bomboloni, graffe e maritozzi: un sorriso tra tante angosce.
Baffetti e parlata travolgente Minicucci, 37 anni, erede di una stirpe che da più di 80 anni sforna prelibatezze a Ischia (il primo bar fu aperto nel 1933 dal nonno; con nonna Lucia ebbe 11 figli, 7 maschi e 4 femmine. Sono stati alcuni suoi zii e suo padre Guido a continuare la tradizione nei loro locali di Ischia Porto e Lacco Ameno), non si è mai arreso al suo pur dolce destino nella bella isola. «Quante sveglie all’alba! Esci dal letto con i piedi gelidi», dice Piero. «Fare il pasticciere è un mestiere da folli. Ore e ore in laboratorio. Impasti, creme, pensieri. La pasticceria ti fa uscire pazzo! Nonostante il mio Dna ho sempre preferito i profumi della cucina; andare la mattina nei mercati, parlare con contadini e pescatori. Ho sempre cercato di aprire la mia mente».
L’occasione per dare una virata alla sua vita arriva grazie ai comandanti di mitici velieri. Nel 2012 Minicucci ha un piccolo locale, non più di 10 posti a tavola, con pochi ma squisiti piatti, i suoi celebri dolci e ottimi vini, quando in porto attracca «Elena» (la leggendaria goletta di 55 metri, disegnata nel 1910 da Nathanael Herreshoff, vincitrice nel 1928 della Trans-Atlantic Race, che ha avuto tra i suoi armatori i tycoon Cornelius Vanderbilt e William Bell). Steve McLaren, comandante scozzese dello schooner chiede a Piero di organizzare a bordo una cena all’ischitana. «In 2 ore ho preparato per 35 persone. Timballi di riso, fantastico pesce, torta caprese, musica. Da allora sono rimasto in contatto con Steve. È stato lui a segnalarmi a David Martirano».
Un’estate dopo, il 26 agosto 2013, il comandante Martirano e l’equipaggio inglese dello schooner «Eleonora» (replica della goletta Westward ricostruita in un cantiere olandese nel 2000) arrivano a Forio nel ristorante dove Minicucci da poco lavora. «Sei ore di cena, 18 bottiglie di vino! Quella sera ho deciso di tagliare con la terra». In soli 2 giorni, l’irrequieto Piero saluta la moglie Paola e i figli Maite e Guido, rompe il contratto con il ristorante di Forio e s’imbarca su «Eleonora». Montecarlo, Antigua, les Voiles a Saint-Tropez, Argentario, Barcellona. Tra regate, raduni e crociere charter, Piero Minicucci, lo chef veleggiante, in poco tempo si conquista un posto d’onore nell’esclusivo giro dei superyacht (nel 2014 al Genova Charter Show ha vinto la menzione speciale nella gara per la miglior cucina a bordo). Buon vento, ottimi contratti. Lo scorso inverno cucinando sul megayacht «Showgun» Minicucci è approdato attraverso il Canale di Suez ad Abu Dhabi e alle Maldive; questa estate ha lavorato tra Croazia e Grecia.
Con la stessa passione che rende gioiosi i suoi piatti Minicucci parla della sua isola e della non facile rotta che l’ha portato così lontano. Narra dell’amata nonna «Lucia ’a panzese» che lavorava alla Colombaia da Luchino Visconti; di mamma Concetta impiegata al Grand Hotel Regina Isabella, del «commenda» Angelo Rizzoli, gran benefattore di Ischia. A 10 anni Piero già lavora nell’emporio Fortuna; da studente all’alberghiero Telese, viene chiamato all’hotel San Montano. «Cercavano 3 ragazzi. Anche se ero un Minicucci volevo imparare – o meglio “rubare” – il lavoro in cucina. Devo molto a Pietro Diotallevi, il mio maestro; lavoravo 12 ore al giorno nei 3 mesi estivi». Un suo amico «Salvatore ’o portiere» lo segnala al Park Hotel Waldahaus di Flims, Cantone dei Grigioni. Oltre alla neve e ai gelati fatti con le polveri Piero nel luogo dove anni dopo Paolo Sorrentino ambienterà «Youth, la Giovinezza» trova non solo il lavoro («2.800 euro per 8 ore al giorno e una stanza singola!») ma Paola, giovane cameriera portoghese, la sua futura moglie. Infine, dopo un’esperienza a Londra alla Soho House arrivano i velieri. «Vorrei andar per mare altri 10 anni», proclama Minicucci. Poi, mostra le foto dei figli Maite e Guido e si scioglie come uno dei suoi babà.