Salvatore Ronga – Non è una mattina come le altre, ma lei non lo sa.Solleva la testa dal cuscino, lo sguardo assonnato oltre il margine del plaid, che s’immagina ravvivato da tinte vivaci, se lo ha scelto per sé una ragazza di quindici anni. Quella pioggia insistente non l’ha sognata. Piove. A dirotto. Forse il mare è cattivo. Lo spera. Un rapido calcolo delle ore che resterebbero scoperte, nel caso in cui qualcuno dei docenti non raggiungesse l’isola, ed è sveglia del tutto. E’ tardi. Non c’è ragione di affrettarsi. Non sarà certo l’unica a fare ritardo. C’è traffico. Sopraggiunge qua e là l’eco di una sirena.Non è una mattina come le altre, ora lo sa.Prepara la borsa, oppure non lo fa. Forse la borsa è già pronta dalla sera precedente, perché è una ragazza assennata, e le resta più tempo per truccarsi con cura, scegliere il colore della sciarpa da intonare agli orecchini, mettersi in posa davanti allo specchio e figurarsi l’espressione che farà il ragazzo quando la incontrerà nell’intervallo. Oppure niente di tutto questo. C’è il compito in classe, o la certezza di un’interrogazione, e il tempo che le resta prima di entrare in classe è occupato da una sola speranza, che tutto si risolva per il meglio. E’ una seccatura prendere l’autobus col tempo che c’è.Non è una mattina come le altre, e lei lo sa perché i genitori si offrono di accompagnarla. Prende posto sul sedile posteriore e guarda fuori, la testa poggiata al finestrino. Riflessa nel vetro, la faccia si punteggia di minuscole gocce. Altre se ne aggiungono, ed altre ancora, finché i contorni si perdono del tutto. Anna è incantata da quel gioco, o forse non ci fa caso. Poi il buio.
Anna De Felice, travolta e uccisa dalla lava di fango. Ischia 10 novembre 2009