Negozi aperti a Natale, Pasqua e nelle altre feste


marco laraspata

Marco Laraspata – Non si può vietare ai negozi di restare chiusi nei giorni rossi del calendario, come 1° gennaio, Pasqua, lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1° novembre, 25 e 26 dicembre.Regioni o Comuni non possono imporre ai negozi orari e giorni di apertura o chiusura. Il nostro attuale sistema normativo è improntato a un principio di liberalizzazione a tutela del consumatore finale e non prevede alcun vincolo o limite alle modalità di esercizio delle attività economiche. Risultato: è illegittima qualsiasi norma che obblighi gli esercenti a restare chiusi nei giorni di festa, anche se si tratta di quelli “tradizionali”. Pertanto, i negozi possono restare aperti a Natale, Pasqua e nelle altre feste comandate, segnate in rosso nel calendario. Il chiarimento è stato fornito da una importantissima sentenza della Corte Costituzione di questi giorni che ha dichiarato illegittima una legge della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia.L’attuale normativa consente ai negozi di restare aperti anche il 1° gennaio, Pasqua, lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1° novembre, 25 e 26 dicembre. E ciò vale anche nelle Regioni a Statuto Speciale sebbene abbiamo piena autonomia normativa in materia di commercio.Già il cosiddetto «decreto Monti» , modificando la precedente disciplina risalente al 2006 in materia di orario di apertura dei negozi, aveva introdotto i primi principi di liberalizzazione per le attività commerciali, stabilendo che queste si potevano svolgere «senza limiti e prescrizioni» ivi compresi eventuali ostacoli in materia di orari di apertura e di chiusura, obbligo della chiusura domenicale e festiva nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell’esercizio.Dal canto loro, le Regioni hanno in passato contestato allo Stato un’eccessiva invadenza in una materia – quella appunto della regolamentazione delle attività commerciali – che sarebbe di loro pertinenza. Ma tale interpretazione è stata già bocciata dalla Corte Costituzionale nel 2012 . In particolare, la Consulta ha salvato dall’illegittimità costituzionale la norma statale che lascia liberi i negozi di restare aperti anche durante le feste, facendola rientrare tra le competenze centrali in

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