Sono state depositate le motivazioni del giudizio abbreviato a carico di D’Abundo Antonello: il primo marzo scorso, il GUP Campoli aveva letto il dispositivo di assoluzione per tutti e tre i capi d’importazione, riservandosi i motivi. Come gia’ rappresentato, il dispositivo recava l’Assoluzione perche’ il fatto non sussiste in ordine all’induzione indebita ed il millantato credito, per non aver commesso il fatto in relazione alla rivelazione di segreti d’ufficio. Ora diventa ufficiale che non sussistono dubbi sull’assoluta innocenza del D’abundo; senza se e senza ma: il Giudice Campoli e’ perentorio e la motivazione restituisce seppur in piccola parte il sorriso all’imputato, vittima incolpevole di mere calunnie.
Ricostruendo la vicenda anche nella evoluzione dinanzi al riesame ed alla Suprema Corte di Cassazione, conferma quanto gia’ stabilito in quella sedi ed evidenziato dalla difesa del D’Abundo: Castiglione nn puo’ provare di aver pagato le vacanze e le chiacchiere stanno a zero. Se da un lato la sentenza bacchetta gli investigatori ed il PM sulla vacuita’ ed incostistenza delle prove raccolte, dall’altro sembra quasi plaudere alla scelta della pubblica accusa di arrendersi, ammettere i propri errori e richiedere l’assoluzione piena del D’abundo (come ampiamente documentato su queste colonne). Non sono mancate stilettate al Castiglione, originario denunciante, poi diventato coindagato e coimputato: la difesa del D’abundo aveva parlato di carte pezzotte, il giudice di documenti presentati dall’albergatore monchi se nn addirittura posticci. Oltre alla richiesta di riparazione per l’ingiusta detenzione, la difesa del D’Abundo ha gia’ pronta la denuncia per calunnia: massimo riserbo sui destinatari (anche se non occorre molta immaginazione per comprenderlo) ma saranno piu’ di uno