Enrico Scotti – Ho saputo che si ricomincia a parlare di FOFO’. Per i deboli di memoria : Una vita nello sport ovvero Lo sport come vita.“ Il MISTER dei Miracoli “.Sicilia meridionale Stadio di Giarre Campionato di C2 1986/87, il calciatore dell’ Ischia Franco Impagliazzo è a terra, l’attaccante siciliano Marcello Pitino lo ha colpito duro, una figura minuta accorre : passo deciso, mani occupate da uno spray e da una borsa e l’immancabile secchio con dell’acqua.Città del Messico, Olimpiadi del 1968, il giocatore della Nazionale Italiana di basket , Dino Meneghin , è riverso sul parquet , lo jugoslavo Danipagic lo ha colpito, come in un lampo accorre la stessa figura minuta, stesso spray tra le mani, stessa borsa , un asciugamano.Vienna, Stadio Prater, Campionati del Mondo Militari di Calcio del 1957, il calciatore italiano,l’oriundo Da Costa, è riverso sul prato perchè il portoghese Perez lo ha colpito. Solito scatto, solita figura, solita borsa, solito spray.
Sempre lui.Adolfo Crispi. Mister Crispi. Per gli amici Fofò.Per me , Maresciallo Capo Crispi ( 13° Reggimento Artiglieria da Campagna ), ero l’unico a cui consentiva di qualificarlo.Età indefinita. Patriarca da sempre. Giovanile fino all’ultimo.
Quante corse in tanti stadi famosi o sconosciuti. Quanti miracolosi interventi sui parquet di tutto il mondo.Quarant’anni di corsa !L’inizio nel lontano 1947 alle Terme di Agnano, massaggiatore per vocazione.Raccontare la sua vita è come svuotare una delle sue borse, piene, vissute, stracolme di cose utilissime o totalmente inutili.Pomate , biscotti, la radiolina, i santini, occhiali vari, limette, tronchesine, fazzoletti coloratissimi, vari cappelli, milioni di ricevute del lotto, schedine vecchie di anni, pezzi di roccocò, soldi sparsi e ignorati, tante, ma proprio tante caramelle.Una vetrina del bazar di Tunisi al suo confronto è spoglia !
La sua vita :
Nasce il 16 luglio del 1914 , ad Ischia fino ai tre anni, poi inizia un peregrinare tra i parenti di Genova, Agerola, Stradella, ritorna ad Ischia a 14 anni dalla sua amata Mariuccia ( madre adottiva per l’anagrafe ma affettivamente naturale ) poi a Napoli dove studia alle Magistrali.
La guerra lo porta in Albania, Grecia, Francia, fatto prigioniero viene internato prima in Olanda e poi nel campo di concentramento di Meppen in Polonia per 2 anni.
Rimpatriato nel 1945 prosegue la vita militare e nel 1953 inizia come massaggiatore della Rappresentativa Militare di Atletica Leggera sino al 1957.
Nel 1957 diventa il Massaggiatore della Nazionale Italiana di Calcio Militare che si laurea Campione del Mondo negli anni 1957, nel 1958, nel 1959 e nel 1960.
Nel 1960 prima Olimpiade a Roma con la Nazionale di Pugilato con i vari Benvenuti e De Piccoli.
Dal 1964 approda alle Nazionali di Basket dove vi resta sino al 1977 disputando le Olimpiadi di Tokio , Città del Messico, Monaco e Montreal, vari Campionati Europei , Filanda, Italia ( Napoli ), Essen, Belgrado e Lubiana ( storica vittoria sugli Stati Uniti con canestro finale di Bariviera a sei secondi dal termine ), per poi proseguire con vari Campionati del Mondo sino all’ultimo a Calì in Colombia.
La sua casa:
Sembra di navigare in una galassia ricchissima di immagini, di episodi, di storie sportive.
Migliaia di gagliardetti che ricordano manifestazioni pressoché sconosciute o notissime, trofei, targhe, medaglie, souvenir di tutto il mondo, tanti distintivi commemorativi ma proprio tanti, foto e manifesti.
Il tutto in un disordine voluto e cercato, quasi come una delle sue borse !
L’uomo:
Tratti gentili e signorili.
Totale dedizione verso il prossimo, una forma quasi masochistica del porsi al
servizio di chi soffre e donare , a volte anche quello che non aveva.
Quante gratuite prestazioni, quanti sportivi accorsi nel suo studio per cure
mai retribuite.
Per tutti la risoluzione dei mali fisici ed in dono le sue caramelle.
Quanti studi avviati e poi lasciati nelle mani di allievi degni o meno degni del
prestigioso maestro.
Il suo orgoglio: Luciano l’allievo più degno .
Fofò nella sua vita ha quasi sempre dato, senza mai ricevere, facendo della
donazione la sua esigenza più profonda e la missione di tutta la sua vita.
Era questo il sentimento profondo che lo sosteneva da sempre costringendolo
( ma sarà poi stata una vera costrizione ? ) ad assistere con lunghe veglie
notturne i suoi pazienti o sveglie all’alba per l’ennesimo flebo.
Per non parlare delle proverbiali liti con i cuochi degli alberghi sedi di ritiri
sportivi delle sue squadre.
Le sue incursioni in cucina per il controllo sulla genuinità degli alimenti e sul
tipo di cottura restano i soli momenti di autentica ferocia caratteriale del
tutto insolita rispetto al suo incedere quotidiano sempre discreto e signorile.
L’Ischia Calcio:
Dal suo ritorno sull’isola era divenuto il vero punto di riferimento per tutti i calciatori che nel susseguirsi degli anni vi giocarono e per gli allenatori.
Parlare di totale disponibilità è del tutto riduttivo.
Per lui l’ Ischia rappresentava la sua famiglia, il suo perenne cruccio e il suo immenso orgoglio.
Le lacrime di gioia in occasione delle vittorie non erano mai inferiori a quelle versate per le sconfitte.
Ancora oggi, chi ha avuto l’onore di conoscerlo, avverte la sua assenza in particolari frangenti della vita ed un profondo senso di vuoto lo assale.L’amarezza maggiore resta il constatare che non lo si è ripagato per tutto quanto ricevuto.
Partì per la sua ultima trasferta in una fredda domenica del 1992 ( 6.12.1992 ) e pensare che a lui piaceva sempre il caldo !
Sorge spontanea la domanda : A chi ora starà donando le sue caramelle ?
Ciao Maresciallo Capo Crispi.
n.b. Merita di essere ricordato ?
Vogliamo provare tutti insieme a crescere FINALMENTE !