Da quando non ci sei piu’ sono cambiate molte cose, in peggio. I tuoi discepoli non hanno saputo raccogliere la tua eredità. Mi dispiace per loro, per carità, sono delle brave persone ma la politica è un’altra cosa. Tu la incarnavi molto bene, sapientemente e con grande spirito di intraprentenza Hai dato tanto ai tuoi concittadini. Un giorno, io avevo 10 anni, mi dicesti: “uaglio’ ma tu rinta a vit che vuo’ fa?”. Ebbene, caro Enzo oggi apro e chiudo le pinete e il palazzetto, quelle stesse strutture che senza il tuo impegno oggi non esisterebbero. Ricordo ancora, quando, in fase di costruzione, l’artigiano contro voglia, dovette sgombrare dall’area di rigore del futuro campo sportivo a te intitolato. Sono passati 31 anni dalla tua morte e quando vengo al cimitero a trovare Babbo, passo davanti la tua tomba e i ricordi iniziano a invadere la mia testa. L’ho vissuto quel periodo, le telefonate alle 2 di notte:” Enzo ma sono le 2 che buo’? – Davide dobbiamo essere vigili, il paese va curato, sostenuto e marcato, hai capito? Che scrivi domani? – Che ne so Enzo poi vediamo domani, famm rummi. – Va bene in gamba allora, buona notte. Altri tempi, altre persone, altro stile, altri ideali. C’era complicità anche se di fazioni diverse. Quando il paese reclamava attenzione, tutti uniti nel dare il meglio per la collettività. Vallo a spiegare oggi alle nuove leve. Caro Enzo, oggi molti di noi ti devono tutto, e cosa ti hanno dato in cambio? Il nome allo stadio. Troppo poco, secondo il mio parere. Da poco è arrivato lassu’ Mizar, tu e babbo mi raccomando accoglietelo come si deve, Giovan Giuseppe era uno di noi. Grazie Enzo per tutto quello che ci hai lasciato, solo in pochi sanno quanto ti è costasto. Io lo so e non lo dimenticherò mai.
M.d’A.