Cesare Baronio – Il diritto alla difesa è un aspetto fondamentale del nostro ordinamento giuridico. Recita così l’articolo 24 della nostra costituzione: “La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.“Non è così nei processi svolti oggi in Vaticano! Sembra che, a chi sta al potere da quasi otto anni, non interessa rispettare le procedure istituzionali, cioè i tre gradi di giudizio, per accertare la verità e così fare giustizia. Ma consta in molti casi, tra cui anche in situazioni di casa nostra, che la giustizia abbia avuto le gambe corte e la scorciatoia di un giustizialismo fai da te.Si parte dalla presunzione di colpevolezza, senza dare possibilità all’indagato di potersi difendere. Processi posti sotto la tutela della secretazione, per cui l’indagato non potrà mai sapere chi lo accusa e dunque da chi deve difendersi.Nel caso del clamoroso processo iniziato in Vaticano il 27 luglio scorso, che vede alla sbarra un illustre principe della Chiesa di orientamento focolarino e ben altri nove coimputati, accusati di aver dilapidato con inappropriati investimenti le casse dell’obolo di San Pietro, sembra che già si stia partendo con il piede sbagliato. Per poter raggirare le regole del giusto processo sono stati emanati dal Monarca Francesco alcuni rescritti, impugnati dagli avvocati delle difese. Riportiamo alcune parti di in articolo del giornalista Marco Tosatti: “Abbiamo letto quanto ha scritto l’avvocato Luigi Panella, difensore di alcuni degli accusati, e ci sembra difficile non concordare con lui quando sottolinea che con i “rescripta” pontifici ci si avvia un processo speciale, al di fuori delle regole del giusto processo adottate dagli Stati occidentali ( e ancora in vigore, anzi rafforzate, sotto Benedetto XVI), e più simile a certi processi praticati nei regimi totalitari. Sarebbe interessante sapere se queste modifiche sono state volute in primis dal Pontefice, o se gli siano state suggerite, e da chi.” “È già chiaro che i difensori degli imputati faranno molto male all’immagine della Santa Sede, nonché all’organo inquirente, poiché faranno molto bene allo stato di diritto, che nello Stato della Città del Vaticano è uno “status” dimenticato. Se l’evidenza di questo “Tribunale speciale” insegna qualcosa (per l’ennesima volta), è quanto mi ha scritto un amico: «La questione è che lo Stato della Città del Vaticano è retta da un monarca assoluto. L’unico modo per cambiare la legge è che l’amato Sant’Ignazio tocchi la mente del Papa!”. Se è vero come dicono che nelle storie di casa nostra c’entra l’allora sostituto alla segreteria di stato Vaticano Angelo Becciu, allora c’è proprio da dire” chi la fa, l’aspetti!” Nel senso che, anche lui oggi è sotto processo con procedure speciali volute dal Monarca. Inoltre, alcuni giornali hanno scritto che, dietro la brutta storia di abusi del Cardinale Pelle in Australia, poi assolto dopo più di un anno di carcere, ci sia stato proprio Becciu. Sarà vero? È poi di oggi la notizia del rinvio a processo di un vescovo Argentino, Gustavo Zanchetta, accusato di abusi su due seminaristi e accolto e protetto in Vaticano da Papa Francesco. Per Zanchetta nessun processo nelle mura Leonine, processo in Argentina con inizio il 12 Ottobre prossimo. C’è ancora tanto da vedere in questa Chiesa della misericordia a doppio pesismo!