Cesare Baronio – Sembra proprio che il prossimo 5 ottobre andrà in scena la seconda puntata della Saga “processo a Becciu”. Tutto ebbe inizio il 24 settembre 2020, dopo che Francesco, convocato Becciu, gli comunico da giudice supremo di non avere più la sua fiducia e gli intimo, nel suo stile peronista, di rinunciare ai diritti cardinalizi. Come si può notare, prima di svolgere un processo, già furono tratte le conclusioni. Ultimamente invece, sembra che Francesco stia mostrando all’opinione pubblica, il volto paterno di chi voglia pensare che tutto andrà bene e ad una eventuale innocenza del vecchio e fidato amico di “merenda”. In un articolo del noto giornalista Sandro Magister leggiamo: “Nell’intervista a COPE, Francesco è ora venuto a dire che “spero con tutto il cuore che sia innocente”, perché “è una persona che stimo, è stato un mio collaboratore e mi ha aiutato molto”; insomma, il papa ha detto di provare per Becciu “una maniera affettiva della presunzione di innocenza”. Che Francesco sembra avere una doppia personalità ci sembra assodato, quasi un dottor Jekyll e mister Hyde. Sempre dall’analisi di Magister leggiamo: “Becciu è accusato di peculato, abuso d’ufficio e incitamento alla falsa testimonianza. Ma il 24 settembre del 2020, ben nove mesi prima che tali imputazioni fossero formalizzate nel rinvio a giudizio del porporato, il papa l’aveva già da sé processato e condannato, rimosso dalle sue cariche, spogliato dei suoi “diritti” di cardinale, esposto al ludibrio del mondo, il tutto senza consentirgli la minima difesa e senza una sola parola che spiegasse il perché di tale pubblica degradazione. Ma si sa che per “Francesco il misericordioso” non contano i fatti accertati, lui è umorale, e quindi agisce e parla a seconda del suo stato d’animo del momento. Altro aspetto evidenziato da Magister è il fatto che Francesco non poteva non sapere dell’operazione del palazzo londinese. “Insomma, questo processo minaccia di vanificare quel mito populista che vede l’immacolato papa Francesco – sempre dalla parte del “pueblo santo y fiel de Dios” – impegnato a far pulizia e giustizia nella corrotta istituzione della curia romana. Perché che cos’altro potrà dire in sua difesa un imputato come il cardinale Becciu, se non che anche il papa sapeva e approvava, puntualmente informato di ogni passo compiuto dai suoi subalterni?” E già! Come potevano non sapere Paroline e Francesco di quanto bolliva nella pentola dell’utilizzo sporco dell’obolo di San Pietro?Inoltre: “Nell’intervista a COPE, Francesco è tornato a dire che la denuncia che ha dato avvio al processo ha avuto effetto perché egli stesso, il papa, “aveva messo la firma” sotto quella dei denuncianti, di fatto ordinando lui ai magistrati vaticani di procedere con le perquisizioni e gli arresti.”Così appare sempre più chiaro un Francesco nei panni di Penelope, che tesse e disfa la tela! Ora c’è solo da aspettare la prossima Pasqua, per vedere se quando Francesco si recherà a celebrare con Becciu il giovedì Santo, sarà per Becciu condanna o resurrezione!
Becciugate…
Postato da ultimoraonline