Da l’Insider – Sono spesso protagonisti di polemiche, finiscono al centro di lunghe diatribe e diventano – volente o nolente – le figure su cui si concentra il dibattito del post-partita (anche se sono gli unici in campo a non poter fare gol): gli arbitri di Serie A svolgono un lavoro fondamentale, senza il quale il calcio non potrebbe andare avanti e soprattutto decidono di indossare la maglia dell’unica squadra che scende in campo in ogni partita e per la quale non fa mai il tifo nessuno. Un lavoro complicato, non tanto e non solo a livello di pressioni esterne, ma anche sotto l’aspetto tecnico – cambiato non poco nel corso degli anni e diventato ora un vero e proprio lavoro di squadra. Tra assistenti lungo le linee laterali, quelli davanti al monitor e il supporto della tecnologia, quello dell’arbitro è diventato un lavoro “di sintesi” – si direbbe così in ambito politico: valuta tutto, ascolta pareri diversi e poi sceglie lui come giudicare una determinata situazione. Una responsabilità importante che richiede competenze e qualità in diversi ambiti e alle quali le figure di arbitri professionisti lavorano per anni: sforzi che vanno ricompensati e che portano alla domanda che ci siamo posti in questo articolo – quanto guadagna un arbitro di Serie A? Proviamo a capirlo insieme.
Lo stipendio di un arbitro di Serie A: ecco quanto guadagnano ogni partita
Non esiste una cifra fissa per la singola partita, ma il valore di base dal quale si parte è pari a 3.800 euro per quel che riguarda il campionato di Serie A e per il ruolo di direttore di gara. Per gli assistenti invece ci sono 1.000 euro per ogni partita, con il quarto uomo che ne percepisce 500. Da qualche anno c’è anche la sezione VAR: l’arbitro che si trova in sala monitor riceve 1.500 euro per ogni match, mentre l’assistente VAR presente al suo fianco e figura di supporto ne percepisce 700. In totale quindi le sei figure che oggi vengono chiamate a lavorare per dirigere una partita di Serie A incassano in totale 8.500 euro – divisi come indicato in precedenza.
Discorso diverso va fatto invece per la Coppa Italia, per cui le cifre cambiano in base al punto della competizione nel quale si scende in campo. La retribuzione dei direttori di gara infatti cambia in base al turno: fino agli ottavi di finale il corrispettivo garantito all’arbitro è di 1.000 euro. Valore che sale a 1.500 euro per i quarti e 2.000 per la semifinale. L’epilogo della competizione invece vale per un arbitro tanto quanto una gara di Serie A: 3.800 euro, con la successiva divisione a cascata dei compensi che abbiamo visto in precedenza relativa a tutte le figure coinvolte. Schema retributivo che viene applicato nello stesso identico modo anche per gli arbitri chiamati a seguire la finale di Supercoppa Italiana.
Stipendio arbitro Serie A: un lavoro a tempo pieno e non più un hobby
Fare l’arbitro insomma è un mestiere che, soprattutto se fatto ad alto livello, diventa molto redditizio. Una professione a tutti gli effetti e non più un passatempo da impiegare nel corso del weekend per mettersi in tasca qualche soldo in più. Si seguono come abbiamo già visto dei parametri predeterminati e se si riesce a far carriera, anche le cifre incassate crescono in percentuale. Si parte dalla gavetta – quella difficilmente si riesce a evitare e richiede grande spirito di adattamento – ma alla fine si possono ottenere grandi soddisfazioni a livello economico, fino a diventare designatore; come nel caso di Rizzoli che percepisce 200.000 euro a stagione, con i due vice designatori che incassano 45.000 euro a testa.
Un’ulteriore discriminate poi da tenere in conto quando si parla degli stipendi degli arbitri sono i compensi legati ai diritti d’immagine – aspetto non secondario, soprattutto quando si parla di gare di Serie A. Un match del massimo campionato italiano è seguito da milioni di telespettatori, due ore in cui si mette in mostra il lavoro non tanto e non solo dei 22 calciatori in campo, ma anche del direttore di gara – diventato a tutti gli effetti uno dei protagonisti dello spettacolo. Per questo gli arbitri, oltre al compenso per la gara, ricevono anche una retribuzione fissa annua relativa ai diritti di immagine, che varia in base all’esperienza maturata in campo seguendo i parametri prefissati qui riportati:
- Un arbitro che ha diretto da 1 a 25 partite in Serie A: 45.000 euro all’anno;
- Un arbitro che ha diretto da 26 a 50 partite in Serie A: 55.000 euro all’anno;
- Un arbitro che ha diretto da 51 a 71 partite in Serie A: 62.000 euro all’anno;
- Un arbitro che ha diretto più di 71 partite in Serie A: 72.000 euro all’anno
- Un arbitro di caratura internazionale riceve 80.000 euro all’anno
Facendo dunque un calcolo approssimativo per sommare il tutto e quantificare il guadagno complessivo: nel caso di un arbitro di media esperienza – ipotizziamo 30 direzioni in Serie A, quindi 55.000 euro di base – che si ritrova a vivere una stagione da 15 partite dirette in campionato più tre in Coppa Italia, oltre a ricoprire il ruolo di quarto uomo in altre 10 occasioni, la retribuzione complessiva è di 120.000 euro.