Cesare Baronio – Con il Concilio Vaticano II furono aperte le porte della Chiesa al modernismo e con esso il fumo di Satana, come lo definì il Papa Paolo VI, riuscì a penetrare in essa.Un Concilio voluto da Papa Giovanni XXIII con l’intento di consegnare alle generazioni future una chiesa rinnovata; ma quanto grande dovesse essere il suo rinnovamento, questo probabilmente non lo aveva immaginato neppure lo stesso Roncalli, dato che concluse la Sua vita terrena poco dopo la sua indizione. Con il Papa Paolo VI il Concilio entrò nel vivo delle questioni trattate, che tennero conto dei diversi aspetti della vita della Chiesa; da quello morale e pastorale, liturgico ed ecclesiologico. Un libro del giornalista Domenico Agasso, dal titolo “Le Chiavi pesanti”, mise in luce tutta la drammaticità del pontificato di Montini. L’Enciclica “Umanae Vitae”, promulga dal Papa per arginare la deriva abortista, fu osteggiata da non pochi pastori, che ritenevano giusto spalleggiare quel movimento femminista che andava gridando ” l’utero è mio e me lo gestisco io”. Il risultato del referendum sull’aborto nel 1978 portò il Papa a dire: “la Chiesa è stata pugnalata due volte”, alludendo così anche all’altro tradimento con il referendum sul divorzio. Furono tempi di amarezza per il Papa, che vedeva il fumo di Satana permeare in molti ecclesiastici. D’altronde non pochi furono i preti e i vescovi sessantottini che si erano aperti alla modernità e per questo ad una Chiesa nuova, che progressivamente doveva perdere il suo carattere di CHIESA DI CRISTO. Il Papa Polacco Carol Wojtyla cerco di arginare questa deriva, ribadendo più volte il carattere sacro della vita e la indissolubilità del matrimonio, ma in molti pastori e laici credenti, il gaudio della modernità ormai aveva preso il sopravvento. Il carattere laico che il mondo clericale si era dato, aveva contribuito ancora di più a fare si che la figura del Vescovo, del parroco e del prete in genere perdesse il suo mordente come riferimento morale. Anche la pastorale si riduce a riunioni vuote sia in ambito catechistico che liturgico, tanto ché oggi ne “apprezziamo” molto i risultati; chiese svuotate, denatalità, famiglie che non nascono ai piedi dell’altare, ma dalle convivenze, vita sacramentale distrutta e chi più ne ha, più ne metta. Con l’avvento dei social abbiamo poi anche i preti social!Dopo Giovanni Paolo II il Grande, che nel corso del Suo pontificato tenne diritta la barra del timone della barca di Cristo dato a Pietro a cui Cristo ha dato il comando, “pasci le mie pecorelle”, viene eletto Papa Benedetto XVI, “Gloria olivae”. Così lo definisce lo stemma Papale nella successione profetica dei pontefici attribuita a San Malachia di Armagh. Benedetto XVI sembrerebbe essere l’ultimo Papa prima dei tempi dell’Anticristo, che saranno preceduti dal suo profeta. Il tentativo di Papa Benedetto di difendere il giusto rapporto tra fede e ragione, di custodire il tesoro ormai nascosto ai più della liturgia antica, di richiamare alla moralità la gerarchia ecclesiastica ormai priva di freni morali e ricca di scandali, conesce il naufragio. Benedetto si sente isolato e con il caso vatileaks sente il fiato sul collo di chi lo vorrebbe dimissionario. Quelle che furono intese come dimissioni, non sono altro che una dichiarazione di sede impedita e questo spiegherebbe anche l’interruzione così brusca della profezia di San Malachia che si conclude: “In persecutione extrema S.R.E. sedebit.(“Regnerà durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa” – O un’altra traduzione: “La Santa Romana Chiesa sarà in una persecuzione finale”).Un dato oggettivo di certo è che oggi la Chiesa di Cristo è osteggiata e perseguitata sia dal suo interno, che dal di fuori e che le forze antiCristiche sono riuscite a fare breccia, ponendola in una condizione di persecuzione. Finché ci sarà il katechon (il Papa), colui che trattiene il male, i credenti sono protetti, ma cosa accadrà quando il katechon verrà a mancare? C’è da gridare ogni giorno che ci separa da quel giorno, con Pietro (oggi Benedetto XVI): Signore salvaci!Mt. 8, 23-27.
Una chiesa moderna tra due fuochi…
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