Pace fatta…


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Cesare Baronio – Finalmente ci sono stati sguardi d’amore tra Papa Francesco e il Cardinale Giovanni Angelo Becciu.Il Concistoro del 27agosto scorso ha visto i nuovi porporati e quelli di lungo corso tutti uniti con Papa Francesco, cosa che non accadeva da tempo e poi nella due giorni del 29 e 30 agosto in un incontro a porte chiuse. Cosa si siano detti non ci è dato sapere, ma si è saputo degli sguardi ammiccanti e del clima sereno tra Francesco e il cardinale condannato già due anni fa dallo stesso Papa. È proprio il caso di dire che c’è stata la quiete dopo la tempesta!”Non hai più la mia fiducia”, “devi dimetterti dalla congregazione delle cause dei Santi”, “ti tolgo tutti i diritti cardinalizi”, così esordiva Bergoglio nell’incontro di fine settembre del 2020 con Becciu, rendendolo così l’ombra di se stesso. Poi il processo che stenta ad andare avanti e ricco di colpi di scena, dove ad oggi si è approdati addirittura alle dichiarazioni che lo stesso pontefice era pienamente informato degli intrallazzi dei suoi subalterni. Tanto da far titolare Sandro Magister in un articolo sul suo blog Settimo cielo: “Cattive nuove da Londra per il papa. Il processo si avvita contro di lui”. Eh sì! Bergoglio è colui che come Penelope tesse e disfa le sue tele, volendo mostrarsi come il Dominus, il Deus exmacchina di ogni situazione, tanto lui non ha nulla da temere essendo al vertice della piramide e tutti gli sono sottomessi.Cosa partorirà il processo che si svolge in Vaticano non lo si può ancora dire, ma dalla piega che sta prendendo mi sa che sarà un grande flop, anche perché bisognerà salvare capra e cavoli.Ma la mancanza di limpidezza nell’agire di Bergoglio non riguarda solo questo caso, comprende anche la sfera degli abusi sessuali su minori, dove Papa Francesco è avvezzo al due pesi e due misure.La nomina a cardinale del vescovo di Como Oscar Cantoni ha suscitato non poche brutte reazioni; come quella dell’arcivescovo di Milano Mons. Delpini, che proprio durante il saluto al neo cardinale nella cattedrale di Como e alla presenza dell’episcopato lombardo e addirittura a loro nome, indirizzava a Mons. Cantoni parole sarcastiche sul perché il Papa gesuita aveva scelto lui e non l’arcivescovo di Milano. Andare sul web per vedere e ascoltare! Ma soprattutto per il fatto che Papa Francesco ha scelto il vescovo Cantoni chiacchierato per aver protetto il sacerdote abusatore don Maurizio Inzoli. Un articolo di Aldo Maria Valli sul suo blog duc in altum ha riportato l’intera vicenda, cito qui solo alcuni passaggi. “Mentre in Belgio il vescovo salesiano Van Looy ha rinunciato alla nomina cardinalizia, consapevole che sarebbe scoppiato un caso che avrebbe creato non pochi grattacapi al Papa, in Italia Oscar Cantoni è stato celebrato da tutta la stampa locale e nazionale come unico cardinale elettore italiano di questo concistoro. Basta scorrere le pagine dei giornali lombardi per vedere quanto incenso è stato speso per un uomo che, parafrasando il vescovo Delpini, non si è ancora capito per quale motivo sia stato elevato alla dignità cardinalizia. Una risposta pare esserci e assomiglia molto alla vicenda Zanchetta.” Zanchetta è il vescovo Argentino protetto dal Papa e che è stato condannato da un tribunale civile per abusi accertati. Ma pensate un po’!”Le medesime “colpe” che potevano essere contestate a Van Looy le troviamo nello scarno curriculum di Oscar Cantoni. Non solo il vescovo di Como ha ordinato sacerdote don Martinelli, giovane che era conosciuto in tutto lo Stato della Città del Vaticano per i suoi modi ben poco amabili e con pesanti accuse di molestie su un confratello, ma, nella vicenda che vede protagonista don Mauro Inzoli, Cantoni voleva salvarlo dandogli solo cinque anni di “pena medicinale”.Don Inzoli viene condannato sia da un tribunale civile, in Cassazione a quattro anni sette mesi e dieci giorni di reclusione, sia da quello ecclesiastico nel 2012, ancora regnante Benedetto XVI, alle dimissioni dallo stato clericale. Ma pensate un po’ cosa fa Bergoglio nel 2014 e stiamo parlando di reati accertati (e non come quelli di casa nostra senza una denuncia civile) e dove nulla è stato accertato, ma tutto secretato.Inzoli non si scoraggiò e grazie anche al suo vescovo riuscì ad arrivare al Papa. Francesco, eletto da pochissimo, decise di fregarsene altamente di ciò che decise la Congregazione e avocò a sé la causa. Non solo, addirittura decise di concedere ad Inzoli il perdono, proprio come voleva Cantoni, e “in considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo”, invitava monsignor Inzoli “a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza”. Pertanto, il Pontefice non impose la pena più grave a un prete pedofilo ma, addirittura, lo salvò “dalle grinfie” della Congregazione per la dottrina della fede.L’ex Sant’Uffizio rimase sconvolto. Con tutto ciò che stava emergendo in merito agli abusi sessuali commessi dai presbiteri, il Papa appena eletto graziava un sacerdote che aveva abusato di una ventina di bambini? “Rimanemmo sbalorditi quando ci arrivò la richiesta, da parte del Papa, di emettere il decreto 665/2010. Evidentemente qualcuno ebbe accesso privilegiato a Santa Marta” riferisce a Silere non possum uno dei quattordici votanti della Congregazione.”E questo è quello che aveva dichiarato “tolleranza zero” e lo ha anche ripetuto sul volo di ritorno dal Canada?!”Solo dopo che il vescovo Oscar Cantoni uscì di scena, vennero raccolte ulteriori testimonianze ed emerse che Inzoli aveva reiterato gli abusi nonostante le pene che gli erano state comminate (come ha riferito lo stesso Pontefice alla Pontificia commissione per la tutela dei minori nel 2017). Sostanzialmente, proprio grazie ai provvedimenti che Francesco gli concesse, monsignor Inzoli poté continuare ad abusare di alcuni minori. Il nuovo vescovo di Crema, Daniele Gianotti, raccolse le testimonianze e le inviò a Roma. A quel punto il Papa non poté far altro che dimettere dallo stato clericale monsignor Inzoli. Ma sulla coscienza il Papa ha la vita di quei giovani che fra il 2014 e il 2017 si ritrovarono ancora Inzoli fra le coperte.”Dunque, dimesso con Papa Benedetto, ripescato da Francesco nel 2014 e dimesso da Francesco nel 2017, Inzoli è stato la dimostrazione di come Bergoglio fa e disfa la tela a suo piacimento. Concludo con le riflessioni di Valli, “Nonostante questo episodio, il quale si aggiunge alla vicenda del Preseminario San Pio X, dove Cantoni ha dimostrato completa incompetenza, Francesco ha elevato il vescovo di Como alla dignità cardinalizia. Ancora una volta il Pontefice dimostra che fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.”

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