Bagno di folla per l’ex ministro del governo Renzi, Carlo Calenda. All’hotel Augusto c’erano tutti ad aspettare l’arrivo dello scrittore ministro. Tutti i pezzi grossi di Casamicciola presenti. Giacomino Pascale per il comune lacchese ed Enzo Ferrandino per Ischia. L’occasione per presentare la candidatura alle prossime europee del nostro concittadino Giosi Ferrandino. Giosi è l’uomo giusto per rappresentarci in Europa. In quedti anni ha imparato e messo in pratica il mestiere. Meglio di ogni altro politico isolano.
L’unico ad arrivare in vetta alla politica che conta. Tra i supporters anche Gianluca Trani, Carmen Criscuolo e Antonio Buono. Tonino Baiocco e Mario Leonessa le vecchie volpi ad assecondare la folla. Ecco la descrizione del libro “Il Patto”, presentato da Calenda: “La Seconda Repubblica ha mostrato tutti i suoi limiti, ora è tempo di un nuovo Patto per riformare il paese, che non potrà essere un lavoro di parte, ma un percorso unificante nello spirito repubblicano dettato dalla Costituzione. Nella nostra Carta, c’è tutto quello che occorre per uscire dall’impasse italiana – identità nazionale, diritti civili, doveri civici, strumenti per aggiornare l’ordinamento dello stato –, tocca a noi, ora, avere il coraggio di cambiare.Esattamente trent’anni fa, si apriva la Seconda Repubblica. Eravamo tutti lì a festeggiare la fine, insieme al sistema proporzionale, di un lungo periodo di politica asfittica e corrotta. Credevamo di entrare in una nuova era di modernità e dinamismo, ma le cose non sono andate come speravamo. In questi trent’anni tutti gli indicatori economici, sociali, culturali italiani sono peggiorati rispetto ai grandi paesi europei. Il numero di cittadini che votano e partecipano alla vita politica si è ridotto drasticamente. Nessuna riforma incisiva è stata varata. I salari reali italiani hanno perso il due percento contro un aumento superiore al trenta percento in Francia e Germania. Abbiamo letteralmente buttato trent’anni – lo dicono i numeri e le tendenze, che non sono né di destra, né di sinistra – e continuiamo a perdere tempo in una battaglia tribale che nulla ha a che vedere con il senso più alto della politica. In questo vuoto ultradecennale di governo, i protagonisti del dibattito pubblico hanno preso la forma di “poteri storti”: l’occupazione della Rai e dei giornali, la scomparsa della forza di rappresentanza dei sindacati e di Confindustria, le influenti signorie locali dei governatori regionali, l’ego smisurato di leader politici che si circondano di circoli magici e guardano al loro particolare più che al bene dell’Italia.”