Ancora su Peppino, Ischia grida giustizia…


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Si staranno rivoltando nella tomba, dopo aver visto il film su Peppino Di Capri. Sandro Petti, Ugo Calise e mio padre, avrebbero raccontato sicuramente un’altra storia. Una carriera che inizia a Ischia al Rangio Fellone, che è stato per lunghi anni uno dei più importanti simboli della Dolce Vita, una balera sul mare dove nella stagione estiva si esibivano proprio tutti i big della canzone italiana, costruito e gestito  dal grande architetto Sandro Petti e il cantautore internazionale Ugo Calise.  E’ li’ che Peppino muove i primi passi della sua fortunata e premiata carriera. Ugo gli dono’ anche una canzone in napoletano che divenne in seguito un grande successo. Agli inizi dovette patire vitto e alloggio.  Gli ischitani lo supportarono con grande cuore e generosita’. Spesso mangiava alla Cambusa dellla famiglia d’Ambra, dove Davide dal retro della cucina gli passava il cibo. Dove ora sorge l’albergo Hermitage c’era una grande pineta dove installo’  una tenda come ricovero per dormire, era estate si poteva fare.  Peppino per 10 anni ha sempre frequentato l’isola d’Ischia, mai negando i suoi inizi a Ischia. Non si capisce perche’ la regista Cinzia Th Torrini non abbia preso in considerazione il fatto che Ischia ha dato il via alla carriera di Peppino. C’è lo zampino dei Capresi? Tutti gli ischitani che hanno guardato il film su rai uno si aspettavano che la pellicola parlasse di Ischia. Non è stato così. Non finisce qui. Ischia ancora una volta abbandonata a se stessa, nonostante la sua bellezza, vigore e qualita’. Il sindaco Enzo Ferrandino dovrebbe, almeno, scivere una lettera alla Rai, per denunciare l’omessa verita’, visto che il film è stato prodotto anche con i soldi dei contribuenti e quindi anche dagli abitanti d’Ischia. Michelangelo Messina sei ufficialmente investito del problema, visto che sei l’unico isolano a far parte di questo mondo da 20 anni con il tuo Film Festival.

M.d’A.

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